“Ogni modo di provare piacere ha la dignità della persona che lo incarna e ogni narrazione è un dono alle altre donne”
Anna Maria Rossetti
Penso che non ci sia nulla di più integrato che tocchi ogni parte dell’anatomia e della fisiologia come la sessualità. Il piacere sessuale può darci l’accesso a mondi immateriali dentro e fuori di noi passando dal buio alla luce e affermando la vita attraverso i cicli. Mi sono dedicata all’approfondimento della sessualità femminile pur sapendo che in essa c’è il maschile (e viceversa), in cui il piacere è indivisibile dalla sessualità. Esiste la possibilità di una riconnessione di femminile e maschile?
Prima di riconnetterci all’altro è fondamentale la conoscenza di noi stesse. Le direttrici per la scrittura di questo testo sono state le seguenti domande: come siamo fatte e come funzioniamo? Quale significato ha il ciclo mestruale e che connessione c’è con la sessualità? Quali orgasmi e piaceri esistono?
Se immaginiamo di osservarci esternamente troviamo quella zona che viene definita “apparato genitale femminile esterno” dove il nome corretto è vulva, che deriva dalla parola valva, che significa metà guscio della conchiglia, un concetto molto simile a porta e a volgere.
Come deve essere una vulva?
Sarebbe come chiedere come deve essere un viso. Abbiamo parti comuni, ciascuna delle quali detiene la sua unicità.
Più in profondità di noi stesse e di questa meravigliosa e unica conchiglia troviamo la vagina che non è un canale ma un luogo di vita dove troviamo una grandissima affluenza di vasi sanguigni e nervi. La zona più sensibile si trova nella parete anteriore della vagina che la collega alla vescica che si chiama fascia di Halban, che mantiene la connessione con la vescica attraverso la spugna uretrale che è costituita da tessuto erettile. Quest’ultima si accompagna con delle ghiandole (Skene) che attraverso una stimolazione possono rilasciare il fluido prostatico femminile.
Ultima ma non per importanza troviamo la clitoride che è l’unico organo sessuale deputato esclusivamente al piacere (è otto volte più piccolo del pene ma con il doppio delle terminazioni nervose).
Questo racconto descrittivo semplificato è per spiegare come il piacere femminile non sia legato esclusivamente alla pressione di una sola zona ma come integrità e unione di più parti. In letteratura scientifica (ma ancor meglio dai racconti delle donne) viene descritto come una sessualità triadica e tridimensionale. Si parla di complesso CUV (clitouretrovaginale) in cui si creano diverse e uniche tipologie di piacere.
L’orgasmo è il punto culminante di risonanza delle forze in gioco. E’ un rilascio improvviso e involontario della tensione sessuale.
E’ un fenomeno neuromuscolare attivato da stimoli genitali, somatici, mentali ed è accompagnato da una percezione centrale giudicata piacevole dalla corteccia cerebrale. E’ una risposta sessuale ancora tutta da studiare perché non è perfettamente definita nelle sue caratteristiche.
Negli anni cinquanta il ginecologo Masters e sua moglie psicologa Johnson provarono a rispondere ad alcune domande:
- Quali sono gli orgasmi femminili?
- Come funzionano le fasi della risposta sessuale?
L’errore della coppia fu quella di voler trovare un unico paradigma anatomico e funzionale per tutte le Yoni.
Più recentemente, a seguito della scoperta del ginecologo Grafenberg, si è intrapresa la ricerca del “punto G” che corrisponde a quella regione della parete vaginale anteriore dove le radici interne della clitoride prendono rapporti con l’uretra e numerose ghiandole. Solo recentemente si è accettato e capito che la sessualità femminile non è un punto ma è una dimensione triadica e tridimensionale.
Possiamo parlare del complesso clito-uretro-vaginale (CUV complex) e di altri punti erogeni quali il seno e i capezzoli. Il CUV è un’area morfo-funzionale variabile e sfaccettata in grado di indurre risposte orgasmiche.
L’orgasmo viene riferito a stimolazioni visive, uditive e tattili. Dove la conferma è arrivata da quelle donne che provano piacere in assenza di seno, utero, tube, ovaie, vagina o vulva. L’orgasmo senza diretto coinvolgimento è più comprensibile se si pensa a quelli avuti nella fase REM del sonno.
E’ necessario affidarsi a questi fenomeni vibratori, non aver paura di perdere il controllo di ciò che accade e fidarsi del proprio corpo.
Non serve ricercare una tipologia di orgasmo perché questa grande varietà e variabilità lo rende quasi impossibile da definire. Gli orgasmi variano da donna a donna e da contesto a contesto. Esiste solo il rilascio improvviso della tensione sessuale, generato in svariati modi.
Se abbiamo raccontato che ognuna di noi è diversa, che ogni zona può generare diverse tipologie di sensazioni e piacere essendo noi donne in continuo divenire in cui mensilmente teniamo e lasciamo andare parti di noi viene da sé che la sessualità non solo è unica per persona, per zona ma anche per momento mensile.
Il piacere che posso avere in fase premestruale è completamente diverso da quello della fase ovulatoria e via dicendo. In questa meravigliosa danza entrano in gioco gli ormoni, il ciclo lunare ed ovarico e la possibilità femminile di riempire il proprio mese di vita e di morte.
Quindi per incominciare a conoscerci smettiamo di definirci come zone divise ma piuttosto osserviamoci e ascoltiamoci nella nostra ciclicità. Chiediamoci: “oggi cosa mi dà piacere?” “Cosa voglio tenere e oso lasciare andare?”.
Non parliamo di piacere vaginale, clitorideo, anale (e molti altri). Parliamo di piacere e del nostro apparato genitale femminile con la parola YONI
E’ un termine sanscrito che significa “grembo”, “origine” e “sorgente”. La definizione di Yoni è stratificata; trova la sua prima apparizione nel Rigveda, un antico testo indiano di inni vedici (1500-1200 a.C. – cultura Vedica).
Il significato fa riferimento ai genitali femminili visti come simbolo divino, del piacere sessuale, matrice della generazione.
Cosa piace oggi alla mia Yoni? Come posso stare bene con lei?
“Non troverai la verità sul tuo benessere sessuale: quello che tu vuoi, quello che piace a te, quello di cui tu hai bisogno. Per trovare queste cose, guarda dentro di te. Quale è l’ingrediente segreto? Sei tu. “
Silvia Ghitti
Ostetrica