di Debora Testi – Insegnante di Yoga
La parola apnea deriva dal greco άπνοια, “calma”, “assenza di respiro”. La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita «Yug» che significa unire, legare assieme, soggiogare, dirigere e concentrare l’attenzione, usare ed applicare. Significa anche unione o comunione.
Significa anche unione in perfetto equilibrio di tutte le componenti del nostro essere: corpo, mente, spirito.
Significa inoltre disciplinare l’intelletto, la mente, le emozioni, la volontà, condizioni presupposte dallo Yoga; significa equilibrio dell’anima che rende capaci di guardare alla vita con equanimità in tutti i suoi aspetti».
La parola Yoga fu usata in India fin dall’epoca vedica nel senso proprio di “controllo della mente e dei sensi”.
Lo yoga per apnea unisce le tecniche di respirazione di una disciplina millenaria dette “pranayama” al training per l’immersione. Ormai si sa che la pratica yogica crea accesso ad antri profondi di noi, attraverso l’allungamento e il respiro aiutiamo la mente a mantenersi in un’attitudine calma dove tutti i sensi sono rivolti all’interno, pratica fondamentale per riuscire nell’apnea.
Inoltre sappiamo che una corretta respirazione è alla base della salute fisica e mentale, ma anche di una buona apnea. Tutte le volte che respiriamo nel modo corretto, ogni cellula del nostro corpo si nutre e si rigenera perché gli organi interni vengono massaggiati e tonificati dal movimento del diaframma e della cassa toracica, in quanto un ritmo respiratorio lento e regolare riequilibra il sistema nervoso e dona una ricarica energetica pulita.
Data la mia breve esperienza nell’apnea, ho potuto constatare di persona quanto lo yoga possa essere un valido supporto per migliorare le proprie prestazioni fisiche e mentali per ottenere ottimi risultati durante l’apnea.
Lo yoga propone innumerevoli tecniche di respirazione che aiutano a sbloccare il diaframma e ad espandere la nostra capacità polmonare, oltre a rilassare la mente, ed esercizi molto validi nel preparare il corpo ad essere più flessibile e forte perché per una buona apnea il corpo deve essere forte e soprattutto flessiblile. Un corpo flessibile è anche una mente flessibile!
Durante un percorso di yoga per l’apnea si sperimentano varie tecniche di respirazione yoga dette pranayama accompagnate da posizioni o asana che aiutano a sbloccare i muscoli del torace e della schiena aiutando così le persone a prendere più consapevolezza del proprio corpo e soprattutto del respiro.
”Il respiro è il miglior amico dell’uomo”, è la manifestazione prima e immediatamente percepibile della vita che si articola in maniera assai flessibile secondo le 4 classiche fasi: inspirazione – apnea a polmoni pieni, espirazione – apnea a polmoni vuoti). Una quinta fase, è un’apnea spontanea, una “sospensione estatica” che può avvenire naturalmente durante la meditazione e può essere il preludio di un grande avanzamento spirituale.
Si sa che per fare una buona apnea è necessario rilassarsi, svuotare la mente, saper quindi gestire il pensiero a sopraffare gli istinti che ci spingono a respirare, istinti che all’inizio, s’identificano sempre con limiti mentali. Attraverso la pratica yoga si prende sempre più consapevolezza di questi limiti per poterli gestire e superare.