MANGIAMI, BEVIMI O TI MANGIO, TI BEVO?

di Cristina Pellegrino – Psicologa

Allora dovresti dire quello a cui credi”, riprese la Lepre Marzolina.
“È quello che faccio”, rispose subito Alice; “almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.”
“Non è affatto la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. “Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!”

– Alice nel paese delle meraviglie, Lewis Carrol.

Siamo quello che mangiamo, mangiamo quello che sentiamo.

Vi è mai capitato di mangiare per noia? Oppure per tirarvi su dopo una delusione, per premiarvi di un raggiungimento?

Spesso scegliamo di esprimere le nostre emozioni con il cibo, fonte primaria di nutrimento fisico ma non solo.

Sin dalla nascita il cibo ci permette di regolare le nostre emozioni. Da neonati piangiamo quando abbiamo fame e smettiamo appena il bisogno viene soddisfatto.

Da adulti cambiamo modalità, ma il meccanismo rimane lo stesso: l’umore influenza la nostra voglia di mangiare e cosa mangiare.

Funzioniamo così e non c’è niente di male, ma cosa succede quando è il cibo a condizionare il nostro umore o non troviamo altro modo per regolare le nostre emozioni?

Il rapporto con il cibo potrebbe diventare squilibrato e causarci un certo grado di disagio: mangiamo troppo, mangiamo troppo poco, fatichiamo a controllarci.

Come fare quindi per recuperare un rapporto sano con il cibo?

Un buon rapporto con le emozioni vi sta alla base. Riconosciamole, entriamoci in contatto e in sintonia ma non facciamoci controllare da loro.

Sentiamo quello che viviamo, non viviamo quello che sentiamo
(nel senso di non farci condizionare da ciò che sentiamo per vivere);
vediamo quello che mangiamo, non mangiamo quello che vediamo
(controlliamo quello che mangiamo, non facciamoci controllare)

Mentre si cresce da questo punto di vista, intanto possiamo lavorare anche sull’altro versante: riscopriamo il piacere del cibo come nutrimento e non come ancora di salvataggio.

Un’alimentazione completa e sana dà nutrimento per il corpo e per la mente.

È importante tornare a vedere il cibo per quello che è: qualcosa di piacevole che ci permette di rimanere in forze. Possiamo far questo riprendendo contatto con il sapore di ciò che mangiamo, assaporando il momento presente e non ingurgitando il cibo solo per riempirci.

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Procuratevi un chicco di uvetta (si, quella che trovate al supermercato) e seguitemi nella meditazione dell’uvetta.

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Buon appetito!