di Beatrice Uguagliati – Ricercatrice
Larissa Latynina, l’atleta più medagliata nella storia delle Olimpiadi dopo Michael Phelps, ai Mondiali di Mosca del 1958 vinse 5 ori ed un argento nella ginnastica. Questa notizia è già di per sé incredibile, se non che questo risultato sportivo straordinario Latynina lo ottenne mentre era incinta di cinque mesi. Come lei, sono numerose le atlete che in tempi più recenti hanno partecipato a competizioni nazionali ed internazionali con il pancione. Alysia Montano, mezzofondista statunitense gareggiò negli 800 metri incinta di ben otto mesi, Serena Williams nel 2017 trionfò agli Australian Open incinta di un mese e Josefa Idem si aggiudicò un bronzo mondiale incinta di 10 settimane. Queste imprese sono lette con un misto di incredulità e stupore, sembra che queste atlete appartengano ad un altro pianeta, va però sottolineato, che nonostante restino imprese grandiose, si tratta di atlete professioniste, con un’elevata capacità di ascoltare il proprio corpo ed il cui fisico è ben allenato.
Lasciando da parte le atlete d’élite, quali sono le indicazioni per una donna in dolce attesa che desidera praticare sport?
Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, previo consulto con il proprio ginecologo ed in assenza di controindicazioni specifiche lo sport in gravidanza non solo è permesso, ma è anche fortemente raccomandato.
I benefici che si possono trarre dalla pratica di attività fisica durante i nove mesi che precedono il parto sono numerosi. Oltre ai classici vantaggi legati alla pratica di attività motoria, capace di creare uno stato di benessere nella donna e trasmesso indirettamente al feto, sono stati documentati effetti positivi direttamente legati alla gestazione, vediamo quali.
La pratica di un’attività fisica costante permette di mantenere sotto controllo il peso che fisiologicamente si acquista durante i nove mesi e di ridurre la possibilità di sovrappeso. Viene ridotto il rischio di sviluppare ipertensione gestazionale e diabete gestazionale, due complicazioni che possono rendere la gravidanza a rischio. Il diabete gestazionale non è così infrequente, secondo l’Istituto Superiore di Sanità in Italia si verifica nel 6-7% delle gravidanze e può causare problemi di salute sia nel nascituro e che nella donna, anche a lungo termine.
Oltre a ciò si abbassa la possibilità che il feto soffra di macrosomia, un’anomala grandezza al parto con peso superiore ai 4000 g, questa patologia, se non diagnosticata prenatalmente, può esporre il bambino a rischio di lesioni durante il travaglio come ad esempio la paralisi cerebrale infantile. Alcuni studi hanno dimostrato che la pratica di attività fisica è in grado di migliorare la qualità della placenta ed i livelli di liquido amniotico, soprattutto quando viene svolta in acqua. I benefici dell’esercizio fisico includono anche la riduzione del dolore lombare, problematica molto comune tra le gestanti, e grazie agli effetti del movimento sulla circolazione diminuisce il gonfiore agli arti inferiori.
È stato inoltre ampiamente dimostrato che la pratica di un’attività sportiva è in grado di migliorare il tono dell’umore, riducendo anche il rischio di sviluppare depressione post-partum.
Dopo aver letto di tutti questi benefici che coinvolgono sia la mamma che il bambino viene ora da chiedersi quanto e come praticare attività fisica in sicurezza durante la gravidanza.
Le linee guida del Collegio americano di ginecologi e ostetriche e della Canadian Society for Exercise Physiology consigliano di praticare attività fisica almeno 3 o 4 volte a settimana per 30-40 minuti, ad una intensità media, sconsigliando di raggiungere la massima intensità individuale.
Tra le attività raccomandate vi sono cammino, cyclette e corsa a blanda intensità. Anche lo yoga e il pilates vengono considerati sicuri (evitando però posizioni che potrebbero causare abbassamento della pressione e movimenti che comprimano o stirino eccessivamente l’addome). Gli sport acquatici come nuoto, acqua gym e acqua fitness, sono particolarmente indicati, l’acqua riducendo il carico sulle articolazioni rende i movimenti più semplici e confortevoli. Infine, le appassionate di sport con racchetta possono praticarli serenamente prestando però attenzione al rischio di perdita dell’equilibrio e a possibili cadute. Sono invece sconsigliati tutti gli sport da contatto così come tutte le attività in cui vi è il rischio di cadute, collisioni o di traumi come ad esempio lo sci, la mountain-bike, l’equitazione e alcuni sport di squadra.
La pratica di un’attività sportiva durante la gravidanza, oltre ai numerosi benefici visti poco fa, può diventare un momento che la donna dedica a sé stessa e alla cura del proprio corpo, in continuo mutamento, imparando ad ascoltare le proprie sensazioni ed i propri bisogni durante questo particolare periodo della vita e creando un forte legame con il nascituro. Dedicare parte del proprio tempo alla pratica di un’attività sportiva è anche un buon modo per prepararsi ad affrontare una gravidanza serena. L’esercizio fisico pre-gravidanza, in particolare quello ad alto impatto, come corsa, attività aerobica con salti o sport con la palla diminuisce il rischio di sviluppare dolori pelvici durante un’eventuale futura gravidanza. Inoltre, prepararsi alla gestazione e al parto mantenendo il corpo attivo ed allenato rende il recupero post-partum più veloce. Chi non pratica abitualmente sport dovrebbe quindi iniziare, anche durante la gravidanza, non è troppo tardi, la parola chiave è gradualità. Il movimento dovrebbe quindi essere sempre parte integrante e fondamentale della vita di ognuno di noi, accompagnando l’essere umano durante l’intero arco della vita, adattandosi alle richieste ed alle necessità del singolo momento.