CervelloEMovimento

I benefici che l’attività fisica genera nel nostro organismo sono innumerevoli e vanno dal rinforzo di muscoli ed articolazioni al miglioramento del tono dell’umore, passando per l’ottimizzazione del metabolismo ed il miglioramento delle prestazioni di cuore e polmoni.

Non sono però altrettanto popolari gli effetti positivi dell’esercizio fisico sulla memoria e sulle capacità cognitive in generale.

Studi pionieristici sui roditori hanno dimostrato come il cervello di animali più attivi, che ad esempio avevano a disposizione una ruota o un tapis roulant su cui correre, sia diverso rispetto a quello di animali meno attivi. Il cervello degli animali con più possibilità di muoversi mostra una miglior vascolarizzazione cerebrale, con conseguente miglior apporto di ossigeno, un maggior numero di sinapsi (i punti dove avviene la trasmissione del segnale da un neurone all’altro) e un miglior funzionamento dell’ippocampo, una parte del cervello che svolge un ruolo fondamentale nella formazione della memoria e nel consolidamento delle informazioni apprese in memoria a lungo termine.

I risultati ottenuti dagli studi sui roditori hanno dato la spinta ad indagare gli effetti dell’esercizio fisico nel cervello umano, dagli anni 2000 lo studio degli effetti dell’attività fisica sulle performance cognitive, come attenzione, memoria e concentrazione è aumentato esponenzialmente.

Già durante l’età scolare e per tutta l’adolescenza bambini e ragazzi che praticano regolarmente attività motoria hanno un miglior rendimento scolastico e migliori capacità attentive.

In uno studio recente dell’Università di Jönköping, in Svezia, è stato dimostrato che i giovani adulti anche dopo una singola sessione di attività aerobica moderata (corsa, camminata o bicicletta) hanno migliori prestazioni nelle capacità di attenzione, concentrazione, apprendimento e memoria.

Dopo i 50 anni di età i benefici ottenuti dalla pratica regolare di attività fisica, soprattutto di tipo aerobico, sono ancor più grandi. È stato documentato che in adulti sani l’attività motoria non solo determina un miglioramento delle funzioni esecutive, cognitive e attentive, ma anche una miglior capacità di ragionamento. Questi benefici sono stati osservati anche in persone con un iniziale deterioramento cognitivo, la pratica di attività fisica è stata associata ad un ridotto rischio di demenza, così come ad una riduzione del rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Un gruppo di ricercatori della Fondazione Don Gnocchi ha raccolto 15 tra gli studi più significativi nel panorama scientifico con complessivamente più di 33000 partecipanti dimostrando che una maggior quantità di attività fisica è associata alla riduzione del 38% di andare incontro a declino cognitivo. In uno studio successivo dell’Università di Toronto, è stato visto che l’attività fisica è associata ad una riduzione del 40% del rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

Questi risultati sono supportati da studi fisiologici e di imaging cerebrale. Sono infatti stati messi in relazione con la pratica di attività fisica una miglior vascolarizzazione cerebrale, un aumento del volume dell’ippocampo, una riduzione dello stress ossidativo e un aumentato rilascio di neurotrasmettitori e fattori neurotrofici, sostanze fondamentali per il consolidamento della memoria a lungo termine.

Concludendo, i benefici che ha una moderata attività fisica aerobica sul nostro cervello e sulle nostre capacità cognitive sono numerosi. È importante dunque riuscire a ritagliarsi del tempo per sé, per investire sul proprio cervello e sul proprio futuro. Si tratta di un investimento a basso costo e ad alto rendimento, considerando che l’aspettativa di vita si allunga sempre di più adottare questa strategia preventiva ci può regalare un maggior numero di anni con una migliore qualità di vita.

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