Il tennis per invecchiare bene

di Gioele Salvatori – Laureato in Scienze Motorie e Preparatore Atletico

Un PC quando esce dalla casa di produzione è quello, possiamo cambiare qualche impostazione, ma i circuiti o l’hardware non si possono cambiare.

Lo stesso il cervello.

Quando veniamo al mondo, i nostri genitori ci donano un agglomerato di neuroni che non potremo modificare e che anzi peggiorerà nel corso dell’età.

Questo è ciò che si pensava fino a non molti anni fa dell’organo più pigro, ma allo stesso tempo più affascinante (ed efficiente): il cervello umano.

Fatta questa brevissima premessa adesso prendi uno sport a basso impatto ed uniscilo agli innumerevoli ragionamenti cognitivi: il tennis.

Sport per tutte le età, per alcuni definito (erroneamente) “da vecchi”; il tennis si annovera per essere una delle attività più praticate in Italia e nel mondo.

Non staremo qua ad elencare tutte le regole di questa disciplina bensì porteremo in rassegna i benefici che può apportare nell’anziano non tanto dal punto di vista fisico e fisiologico ma piuttosto sotto il profilo mentale e cognitivo. In particolare parleremo di 4 vantaggi.

“Il tennis è complicato, imprevedibile, magari piove e ti rimandano il match. Non è solo correre e colpire. È strategia, testa. E non c’è droga per migliorare l’intelligenza.”

Boris Becker

Partiamo però chiarendo che cosa intendiamo per cognitivo. Con questo termine vogliamo comprendere una molteplicità di abilità, più o meno complesse, che il nostro cervello attua continuamente ma che vengono sovra-stimolate (in senso positivo) quando pratichiamo uno sport. Quello che viene definito “cervello d’atleta”.

Il cervello di chi pratica sport grazie al continuo mutamento ambientale e comportamentale, dato dall’attività, si è dovuto adattare attuando vie neurali complesse come l’interazione di segnali provenienti da diverse modalità sensoriali, discriminazione di stimoli, prendere decisioni, preparare azioni ed eseguirle.

Grazie alla “Teoria dell’efficienza neurale” nel momento in cui impariamo una certa abilità, come per esempio giocare a tennis, il cervello diviene più economico attivando vie cerebrali ben precise e specifiche.

In inglese si chiama “expertise” che potremmo tradurre come esperienza. L’immagine sottostante rende bene l’idea della definizione di expertise.

Esperto vs Inesperto

Passiamo adesso a capire perché ho fatto questa distinzione. Assolutamente non dobbiamo diventare Novak Djokovic ma ci serve per capire il prossimo concetto, quello di neuroplasticità.

Se non hai mai sentito questo termine non preoccuparti, la neuroplasticità è quel fenomeno attraverso cui il cervello si modifica. Il neurofisilogo Merzenich, con le sue ricerche, ci ha deliziato di interessanti studi in cui ci dimostra lo strabiliante potere che ha la nostra mente di modificarsi. Attenzione però, perché le modificazioni di cui può essere protagonista possono essere sia in positivo che in negativo, infatti il primo assioma della neuroplasticità è “Use it or lose it” ossia “Usalo o perdilo”.

Cosa c’entra tutto questo col tennis? C’entra molto, perché il tennis è uno degli sport più tecnici, nel senso che prima di colpire ed indirizzare la palla è necessario apprendere ed introiettare certi movimenti: dritto e rovescio su tutti.

Il fatto di imparare come muoversi su un campo da tennis è fondamentale per il discorso di cui parlavamo prima, cioè che mentre miglioriamo tecnicamente il nostro cervello inizia a modificarsi migliorando non solo i suoi collegamenti ma anche la consapevolezza del sé corporeo, che ci porta al secondo vantaggio nel praticare tennis: la consapevolezza del nostro corpo.

La percezione corporea, chiamata anche propriocezione, è un’abilità prettamente mentale e nel corso degli anni va via via perdendosi se non stimolata.

Per di più l’apprendimento e la consapevolezza tecnica stimola vie neurali che sono differenti rispetto a fare uno squat, ossia un piegamento sulle gambe. Non che non sia utile, sia chiaro! Dico solo che uno sport come il tennis va ad agire su uno spettro neurale quasi completo in quanto coinvolge molto corpo e testa.

La tecnicità infatti costringe i fruitori a combinare arti superiori e inferiori, relazionare questi alla pallina e orientarsi nello spazio di gioco.

Che cos’è l’orientamento? Il terzo vantaggio. Lo so al giorno d’oggi abbiamo GoogleMaps e infatti la capacità di orientamento da sola non rappresenta questo terzo vantaggio. A rappresentarlo è la categoria a cui questa appartiene: le capacità coordinative.

Col tennis riusciamo a lavora con un numero elevatissimo di queste capacità: equilibrio, reazione, orientamento spazio-temporale (appunto), differenziazione, ritmo, combinazione, adattamento, e molte altre.

Ricapitolando la pratica del tennis apporta benefici grazie alla necessità di apprendimento tecnico (che stimola vie neurali molto complesse), la quale a sua volta stimola la propriocezione e la consapevolezza del nostro corpo e dei suoi movimenti nello spazio. Come terzo vantaggio abbiamo parlato delle capacità coordinative, fondamentali da sviluppare sotto i 12-14 anni, ma che vengono dimenticate da adulti quando invece rappresentano uno spettro di capacità utili per la nostra salute psico-fisica.

L’ultimo e non meno importante vantaggio è la capacità di trovare soluzioni e prendere decisioni. Tutto ciò che fai o che decidi di fare dipende solo da te, non c’è nessun altro giocatore che può fare gli straordinari al posto tuo. Sei solo tu contro l’avversario e devi necessariamente scegliere che cosa fare e come farlo, tra i miliardi di movimenti possibili.

Questa capacità, a sua volta, interagisce e ne stimola altre come la memoria, la capacità di gestire le emozioni e di placare l’ansia.

Nel suo libro Rafael Nadal scrive:

“Nessuna palla è uguale a quella precedente. Nessun colpo è identico a un altro. Ogni volta che ti prepari a riceverne uno devi quindi valutare, in una frazione di secondo, la traiettoria e la velocità della palla e decidere come, con quanta potenza e dove cercare di ribattere!

Il cervello è un organo pigro, che si stanca facilmente e a cui non piace durare fatica. Ed è proprio per questo motivo che devi praticare tennis.